Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel Vangelo secondo Luca si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era Ponzio Pilato e che era responsabile della raccolta dei tributi. I vangeli sinottici raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è...
«Se qualcuno non confessa che due sono le nascite del Verbo di Dio, una prima dei secoli dal Padre, fuori dal tempo e incorporale, l'altra in questi nostri ultimi tempi (13), quando egli è disceso dai cieli, s'è incarnato nella santa e gloriosa madre di Dio e sempre vergine Maria, ed è nato da essa, sia anatema».(Dai XIV Anatemismi)
«Se qualcuno afferma che la santa gloriosa e sempre vergine Maria solo impropriamente e non secondo verità è madre di Dio, o che ella lo è secondo la relazione, nel senso che sarebbe nato da lei un semplice uomo, e non, invece il Dio Verbo, che si è incarnato dovendosi riferire, secondo loro, la nascita dell'uomo al Verbo Dio, in quanto presente all'uomo che nasceva; e chi accusa il santo sinodo di Calcedonia, di chiamare la vergine madre di Dio nel senso empio escogitato da Teodoro; o anche se qualcuno la chiama madre dell'uomo o madre di Cristo, intendendo con ciò che Cristo non sia Dio, e non la ritiene davvero, e secondo verità madre di Dio, per essersi incarnato da essa, in questi ultimi tempi, il Verbo Dio, generato dal Padre prima dei secoli, e che, quindi, piamente il santo sinodo di Calcedonia l'ha ritenuta madre di Dio, costui sia anatema».(Dai XIV Anatemismi).
La verginità perpetua di Maria comprende: la "virginitas mentis" cioè il costante proposito della verginità; la "virginitas sensus" cioè l'immunità dagli impulsi disordinati della concupiscenza sessuale; la "virginitas corporis" cioè l'integrità fisica. Il dogma della Chiesa si riferisce in primo luogo all'integrità fisica.
Maria concepì senza cooperazione di uomo per virtù dello Spirito Santo.
Il dogma afferma che Maria concepì Gesù senza l’apporto di un uomo ma per opera dello Spirito Santo per cui si dice che concepì “sine virili semine”.
Maria partorì senza lesione della sua integrità verginale
Il dogma afferma che l'integrità fisica di Maria non fu lesa all'atto dei parto. Come nel concepire, così anche nel partorire la sua integrità verginale rimase intatta. Il modo in cui partorì ebbe quindi un carattere straordinario. Dai testi evangelici risulta che Maria, nel partorire Gesù, si comportò in modo del tutto attivo, con la mancanza anche del dolore fisico: “Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc. 2, 7).
Maria visse vergine anche dopo la nascita di Gesù
Il dogma insegna che Maria, oltre Gesù, non ebbe altri figli, rimanendo così vergine per tutta la sua vita.
Maria Sempre Vergine è il modello del vero discepolo di Cristo che, accogliendolo in sé con la fede come Parola viva e santificante, rimane fedele a Lui per tutta la vita, liberandosi dai legami della temporalità per vivere con Lui e come Lui la figliolanza del Padre nella grazia dello Spirito.
La verginità di Maria manifesta l'iniziativa assoluta di Dio nell'Incarnazione. Gesù come Padre non ha che Dio [Lc 2,48-49 ]. “La natura umana che egli ha assunto non l'ha mai separato dal Padre. […] Per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio della Madre secondo l'umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due nature”.
Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede che non era alterata da nessun dubbio [Lumen gentium, 63] e del suo totale abbandono alla volontà di Dio [1Cor 7,34-35].
Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: “Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi [Sant'Agostino, De sancta virginitate, 3, 3: PL 40, 398].
«Se qualcuno afferma che la santa gloriosa e sempre vergine Maria solo impropriamente e non secondo verità è madre di Dio, o che ella lo è secondo la relazione, nel senso che sarebbe nato da lei un semplice uomo, e non, invece il Dio Verbo, che si è incarnato dovendosi riferire, secondo loro, la nascita dell'uomo al Verbo Dio, in quanto presente all'uomo che nasceva; e chi accusa il santo sinodo di Calcedonia, di chiamare la vergine madre di Dio nel senso empio escogitato da Teodoro; o anche se qualcuno la chiama madre dell'uomo o madre di Cristo, intendendo con ciò che Cristo non sia Dio, e non la ritiene davvero, e secondo verità madre di Dio, per essersi incarnato da essa, in questi ultimi tempi, il Verbo Dio, generato dal Padre prima dei secoli, e che, quindi, piamente il santo sinodo di Calcedonia l'ha ritenuta madre di Dio, costui sia anatema».(Dai XIV Anatemismi).
La Verginità perpetua di Maria è un dogma della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa. Tale dogma afferma che Maria, la madre di Gesù, è sempre rimasta vergine, prima, durante e dopo il concepimento del suo figlio. Il dogma è stato definito dal secondo Concilio di Costantinopoli nel 553. Questo concilio fu convocato dall'imperatore Giustiniano nel 553 e si i poneva l'obiettivo di riconciliare i cristiani copti dell'Egitto (sostenitori del monofisismo) con la Chiesa. Per raggiungere questo obiettivo, l'imperatore fece condannare gli scritti di tre autori nestoriani (la raccolta era nota con il nome di Tre Capitoli), particolarmente invisi ai copti, ossia Teodoro di Mopsuestia,Teodoreto di Ciro e il vescovo Iba di Edessa. Nel corso del Concilio venne anche condannato l'origenismo e furono pronunciati 14 anatemi.
In seguito al dogma Maria viene comunemente chiamata Maria Vergine ed è detta la Vergine per antonomasia. In Sintesi Maria è rimasta “Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua” [Sant'Agostino, Sermo 186, 1: PL 38, 999]: con tutto il suo essere, ella è “la serva del Signore” (Lc 1,38).
In seguito al dogma Maria viene comunemente chiamata Maria Vergine ed è detta la Vergine per antonomasia. In Sintesi Maria è rimasta “Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua” [Sant'Agostino, Sermo 186, 1: PL 38, 999]: con tutto il suo essere, ella è “la serva del Signore” (Lc 1,38).
La verginità perpetua di Maria comprende: la "virginitas mentis" cioè il costante proposito della verginità; la "virginitas sensus" cioè l'immunità dagli impulsi disordinati della concupiscenza sessuale; la "virginitas corporis" cioè l'integrità fisica. Il dogma della Chiesa si riferisce in primo luogo all'integrità fisica.
Maria concepì senza cooperazione di uomo per virtù dello Spirito Santo.
Il dogma afferma che Maria concepì Gesù senza l’apporto di un uomo ma per opera dello Spirito Santo per cui si dice che concepì “sine virili semine”.
Maria partorì senza lesione della sua integrità verginale
Il dogma afferma che l'integrità fisica di Maria non fu lesa all'atto dei parto. Come nel concepire, così anche nel partorire la sua integrità verginale rimase intatta. Il modo in cui partorì ebbe quindi un carattere straordinario. Dai testi evangelici risulta che Maria, nel partorire Gesù, si comportò in modo del tutto attivo, con la mancanza anche del dolore fisico: “Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc. 2, 7).
Maria visse vergine anche dopo la nascita di Gesù
Il dogma insegna che Maria, oltre Gesù, non ebbe altri figli, rimanendo così vergine per tutta la sua vita.
La verginità di Maria manifesta l'iniziativa assoluta di Dio nell'Incarnazione. Gesù come Padre non ha che Dio [Lc 2,48-49 ]. “La natura umana che egli ha assunto non l'ha mai separato dal Padre. […] Per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio della Madre secondo l'umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due nature”.
Maria è vergine perché la sua verginità è il segno della sua fede che non era alterata da nessun dubbio [Lumen gentium, 63] e del suo totale abbandono alla volontà di Dio [1Cor 7,34-35].
Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: “Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi [Sant'Agostino, De sancta virginitate, 3, 3: PL 40, 398].
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