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"Date a Cesare quel che è di Cesare"

  Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel   Vangelo secondo Luca   si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era   Ponzio Pilato   e che era responsabile della raccolta dei tributi. I   vangeli sinottici   raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento   e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è...

La Salvezza in Cristo





"Chi opera e crede in me, avrà la vita eterna"

La parola Salvezza in generale, significa la liberazione da condizioni indesiderabili. Nel Cristianesimo si riferisce alla grazia di Dio che libera il suo popolo dal peccato e dalle sue conseguenze temporali ed eterne.
« Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio »   (Colossesi 1,13)
La Bibbia afferma, e la Chiesa annuncia oggi, che è la sola grazia di Dio (Efesini 2,8), accolta nella libertà dall'uomo (Giacomo 2,18), a procurargli la salvezza.
Nell'Antico Testamento "salvezza" traduce diversi termini che indicano liberazione dai mali più diversi, materiali e spirituali. Il termine ebraico ישׁוּעה (yeshû‛âh) suggerisce l'idea di una liberazione. La radice significa "essere largo" o "spazioso". Liberare, quindi, significa: mettere al largo, spezzare una catena, far uscire dal confino, salvare dall'oppressione tanto che il liberato ora può svilupparsi senza ostacoli. Dio ne è sempre protagonista. È Lui, infatti, che libera, per esempio, dalla sconfitta in battaglia (Esodo 15,2), da disgrazie (Salmi 34,6), dai nemici (2 Samuele 3,10), dall'esilio (Salmi 106,47), dalla morte (Salmi 6,4), dal peccato (Ezechiele 36,29). Il termine "salvezza" non ha necessariamente una connotazione teologica.
Dapprima gli Israeliti pensano ad una salvezza soprattutto come liberazione in senso materiale e come qualcosa di nazionale. Quando, però, si approfondisce il senso del male morale, la salvezza acquista un profondo significato etico e gradualmente giunge ad includere pure gente di altre nazioni (Isaia 49,5-6;55,1-5).
Con lo sviluppo dell'idea messianica, il termine giunge a significare la liberazione dal peccato nel sorgere di una nuova epoca. Fra gli israeliti, la salvezza si acquisisce attraverso un'osservanza sincera della Legge di Dio, sia morale che cerimoniale.I termini che il Nuovo Testamento greco utilizza per "salvare" e "salvezza" sono: σώζω (sōzō) e σωτηρία (sōtēria, da cui soteriologia). Etimologicamente suggeriscono l'idea di strappare qualcuno a forza da un grave pericolo. Possono pure significare salvare da una sentenza di tribunale o da una malattia (guarire).In latino la parola "salvezza" è salus, da cui proviene anche "salute".Nell'insegnamento di Gesù "salvezza" di solito denota liberazione dal peccato e dalle sue conseguenze, qualcosa di cui fare esperienza nel presente, anche se il suo compimento è escatologico. Egli insegna come la salvezza si ottenga da Lui solo, perché è il Figlio di Dio incarnato (Giovanni 3,16).I credenti ottengono la salvezza attraverso la morte di Cristo (Efesini 2,13-18) ed essa include tutte le benedizioni redentrici che essi hanno in Cristo, fra le quali le principali sono: la conversione, la rigenerazione, la giustificazione, l'adozione, la santificazione e la glorificazione.È la soluzione che Dio prospetta all'intero problema del peccato, in tutti i suoi aspetti, ma anche dal suo potere, e finalmente dalla sua presenza.Sebbene essa sia provveduta solo attraverso le sofferenze, morte e risurrezione del Cristo, la salvezza diventa realizzabile nell'esperienza del credente attraverso l'opera dello Spirito Santo, normalmente sulla condizione della fede.I suoi effetti un giorno abbracceranno l'intero universo. La maledizione di cui è afflitta la natura sarà rimossa e tutta la storia troverà il suo compimento in Cristo (Rom 8,21-22; Efesini 1,10).

La Salvezza in Cristo come redenzione per noi Cattolici
" Io sono l'Alfa e l'Omega"

Tutti hanno bisogno di redenzione. La nostra condizione naturale è caratterizzata dalla colpa:”Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). La redenzione di Cristo ci ha liberati dalla colpa, “essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia attraverso la redenzione che è in Cristo Gesù”(Romani 3:24).
I benefici della redenzione includono la vita eterna (Apocalisse 5:9-10), il perdono dei peccati (Efesini 1:7), la giustizia (Romani 5:17), la libertà dalla maledizione della legge (Galati 3:13), l’adozione nella famiglia di Dio (Galati 4:5), la liberazione dalla schiavitù del peccato (Tito 2:14; 1 Pietro 1:14-18), la pace con Dio (Colossesi 1:18-20), e la presenza dello Spirito Santo nella persona (1 Corinzi 6:19-20). Per essere redento, inoltre, un individuo deve essere perdonato, santificato, giustificato, liberato, adottato e riconciliato. Leggere anche Salmo 130:7-8; Luca 2:38 e Atti 20:28.
La parola redimere significa comprare. Il termine va usato specificamente in riferimento al raggiungimento della libertà di uno schiavo. L’applicazione di questo termine in riferimento alla morte di Cristo sulla croce implica che, se noi “siamo redenti”, la nostra condizione di prima era quella della schiavitù. Dio ha comprato la nostra libertà e noi non siamo più sotto la schiavitù del peccato o sotto la schiavitù della legge del Vecchio Testamento. L’uso metaforico di “Redenzione”è l’insegnamento di Galati 3:13 e 4:5. Collegato al concetto di redenzione è il termine riscatto. Gesù ha pagato il prezzo della nostra liberazione dal peccato e dalle sue conseguenze (Matteo 20:28; 1 Timoteo 2:6). La Sua morte è stata offerta in cambio della nostra vita. La Scrittura infatti è abbastanza chiara e afferma che la redenzione è possibile soltanto attraverso il Suo sangue, cioè la Sua morte (Colossesi 1:14).
Le strade del cielo saranno piene di ex prigionieri che, pur non avendo meriti propri, si ritrovano redenti, perdonati e liberi. Schiavi del peccato sono diventati santi. Non c’è da stupirsi se canteremo un nuovo canto, un canto al Redentore che fu ucciso (Apocalisse 5:9). Eravamo schiavi del peccato, condannati alla separazione eterna da Dio. Gesù ha pagato il prezzo della nostra redenzione, manifestata nella libertà dalla schiavitù del peccato e nella salvezza dalle conseguenze eterne di quel peccato.

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