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"Date a Cesare quel che è di Cesare"

  Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel   Vangelo secondo Luca   si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era   Ponzio Pilato   e che era responsabile della raccolta dei tributi. I   vangeli sinottici   raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento   e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (il   Vang

Il Dogma Maria è madre di Dio





Maria madre di Dio, questo è il titolo del primo dogma. Difatti, il Concilio Vaticano II afferma a proposito della maternità divina che “Maria vergine, la quale all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore” (LG, n°53). Questa affermazione sottintende che Maria è ineluttabilmente la madre di Dio, per il fatto che permise liberamente, nel suo corpo e nella sua anima, al Verbo di Dio di farsi carne per venire al mondo. A causa di queste considerazioni, ci è utile conoscere ciò che in realtà vuole significare questa divina maternità. Che cosa si vuole dire dichiarando Maria madre di Dio?
La Sacra Scrittura non ci dice esplicitamente che Maria è madre di Dio. La stessa espressione madre di Dio non appare. Di più, niente è detto a proposito della maternità divina. Tuttavia l’idea ed il significato che rappresenta una tale affermazione non è assente. Da un lato, la Scrittura ci rivela che Gesù non è solamente uomo, ma Vero Dio, il Verbo incarnato. Dall’altro lato, afferma che Maria è la sua vera madre. Partendo da queste considerazioni, la Tradizione è non solo cosciente dell’assenza dell’espressione, ma ammette che Maria è veramente madre di Gesù, il Figlio di Dio, e dunque Madre di Dio.
Le origini della fede nella divina maternità risalgono alla più antica preghiera della Chiesa: il sub tuum Praesidium che aveva la formula “sotto la tua protezione, noi cerchiamo rifugio santa madre di Dio”. Sin dalla fine del terzo secolo, già si attribuiva a Maria il titolo di Théotokos. Ed è all’inizio del quarto secolo che questo titolo conobbe uno sviluppo considerevole nella spiritualità popolare e, perciò, molte chiese furono dedicate alla Théotokos.
Tuttavia, la necessità di definirlo come una verità di fede apparve quando Nestorio si attaccò a questa dottrina affermando che nel Cristo c’erano due soggetti o due persone, corrispondenti alle nature divina ed umana, moralmente unite: la persona divina generata dal Padre dall’eternità, e la persona umana generata nella storia da Maria. Per lui, Maria non può essere chiamata madre di Dio, poiché lei è solamente la madre del Cristo-uomo. Di conseguenza “solo Dio Padre potrebbe ricevere il titolo di Théotokos, ma Maria, tutt’al più, quello di Christotokos” (Cerbelaud). Al Concilio di Efeso dell’anno 431 si dichiarò solennemente Maria come madre di Dio, adottando l’espressione tradizionale di Théotokos (Colei che partorisce Dio). Ma cosa vuole dire divina Maternità?
Invocando Maria madre di Dio, il concilio di Efeso non lo fa per la glorificazione di Maria, ma a causa di Cristo, “affinché la verità sulla persona del Cristo sia messa pienamente in luce” (Thurian). Chiamando Maria Madre di Dio, il concilio riconosce nel Cristo due nature, divina ed umana, in una sola Persona. Tutto porta a concludere che il dogma della maternità divina significa che Maria è madre di Dio in quanto madre della persona del Verbo Incarnato, Gesù Cristo, come una sola Persona, ma allo stesso tempo in due nature, divina ed umana. Si comprende che la divina maternità non può spiegarsi meglio che a partire dalla sua unione col Cristo. Così, affermando che Maria è madre di Dio, si afferma necessariamente che in Cristo Gesù ci sono due nature reali, divina ed umana, sostanzialmente unite in una sola persona divina. Maria, in quanto madre di Gesù, madre dell’uomo-Dio, è dunque Madre di Dio. Da ciò che precede segue che esiste un legame stretto tra il dogma della maternità divina e quello dell’Incarnazione.
Partendo dai dati precedenti, risulta che i due dogmi non possono essere divisi. Di conseguenza, rimangono intimamente legati in modo indissolubile e che in maniera reciproca la negazione di uno porta necessariamente al rifiuto dell’altro. Da una parte, se noi neghiamo la maternità divina, ciò comporta il rifiuto del dogma dell’incarnazione. E se dall’altra parte falsiamo il dogma dell’incarnazione, la conseguenza che ne deriva è il rifiuto della maternità divina. Ma dire che Maria è madre di Dio non significa dire che anche Maria è una divinità?
Dire che Maria è madre di Dio non significa tanto dire che Maria è una divinità, e non è un abuso di linguaggio, dato che in Dio non esiste una madre. In questa espressione, dobbiamo guardarci dal credere che Maria sia all’origine della divinità del Verbo di Dio. Il Figlio di Dio non comincia in Maria che secondo l’umano. Vale a dire che Maria non l’ha generato secondo la natura divina. Ella ha fatto nascere alla vita umana il Figlio eterno del Padre, e “ha partorito il corpo umano al quale il Figlio di Dio si è unito per farsi uomo tra noi” (P. Witwicki). Inoltre, Maria non è madre di tutta la Trinità, ma della sola seconda Persona della Trinità.
La maternità divina costituisce la più nobile grazia che Dio accordò a Maria. È del resto per questa ragione che è salutata dall’angelo come piena di grazia. Difatti, la teologia cristiana distingue due ordini delle grazie: quella dell’unione ipostatica e quella dell’unione di Dio ad un essere umano. La prima, riservata al Cristo, sta al primo posto. Mentre Maria ha ricevuto, per la sua maternità divina, la più alta grazia mai accordata ad una creatura umana. Tutte le grazie della sua anima e tutti i privilegi ne sono la conseguenza.

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PENSIERI DEI SANTI : La devozione è possibile in ogni vocazione e professione

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Il Demonio

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