Passa ai contenuti principali

In evidenza

"Date a Cesare quel che è di Cesare"

  Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel   Vangelo secondo Luca   si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era   Ponzio Pilato   e che era responsabile della raccolta dei tributi. I   vangeli sinottici   raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento   e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (il   Vang

29 Settembre: Arcangeli S.Michele, S.Gabriele e S.Raffaele. Arcangeli: chi sono e qual è la loro funzione?



La Chiesa cattolica riconosce l’esistenza di soli tre Arcangeli, ovvero i tre citati nelle Scritture: Michele (“chi è come Dio?”), Gabriele (“forza di Dio”) e Raffaele (“medicina di Dio”).

Questa precisazione è doverosa, perché si potrebbe obiettare che nei testi del passato sono citati altri arcangeli, fino ad arrivare al numero di sette nel Libro di Enoc: Uriel, Raffaele, Raguel, Michele, Sariel, Phanuel e Gabriele. Il sistema di sette arcangeli è infatti una antica tradizione di matrice giudaica.

La Chiesa cattolica, tuttavia, ha ritenuto doveroso porre un freno a interpretazioni arbitrarie e troppo fantasiose di testi non appartenenti alle Sacre Scritture canoniche. Ricordiamo infatti che tutte le singole tradizioni devono essere vagliate e verificate in accordo con quanto riportato nella Sacra Scrittura canonica, unica vera Rivelazione.

Dunque, riguardo agli Arcangeli, si è stabilito in epoca Medioevale, che fossero resi leciti il culto e la venerazione dei soli tre arcangeli citati dalla Bibbia. Michele, Gabriele e Raffaele, appunto. Anche in passato, nella Chiesa primitiva, fu grande l’impegno per impedire che il culto degli angeli, influenzato da pratiche eterodosse e dalle tradizioni pagane dei messaggeri divini, potesse sfociare in una forma di idolatria.

Nel 1992 il decreto Litteris Diei ha sancito che “è illecito insegnare e utilizzare nozioni sugli angeli e sugli arcangeli, sui loro nomi personali e sulle loro funzioni particolari, al di fuori di ciò che trova diretto riscontro nella Sacra Scrittura; conseguentemente è proibita ogni forma di consacrazione agli angeli ed ogni altra pratica diversa dalle consuetudini del culto ufficiale.”
Chi e cosa sono gli arcangeli?

L’esistenza degli angeli è una verità di fede. La loro presenza nella Bibbia ne è la testimonianza più inoppugnabile. Si tratta di esseri incorporei, spirituali, perfetti, creati da Dio all’inizio dei tempi con lo scopo di farne i suoi servitori e messaggeri. Essi contemplano da sempre e per sempre il volto di Dio, pronti ad accorrere a ogni suo comando, attenti ascoltatori ed esecutori della Sua parola.

Sono dunque spiriti che esistono per Lui e in Lui, e che, tuttavia, sono anche vicini all’Uomo, tramiti fedeli tra la volontà dell’Altissimo e le sue creature.

Gli angeli dunque vivono nella contemplazione di Dio e fungono da messaggeri.

E gli Arcangeli?

Fin dall’antichità si considera il fatto che le schiere angeliche sono organizzate in una sorta di Corte celeste, in cui gli angeli rivestono gradi e dignità differenti. I tre arcangeli occupano le sfere più alte di questa gerarchia angelica. Anch’essi hanno compiti simili a quelli degli angeli comuni, ma i loro doveri sono ancora più alti e importanti. Loro è il compito di contemplare Dio, giorno e notte, di glorificarlo incessantemente preservandone e proteggendone il mistero. I loro stessi nomi suggeriscono il loro ruolo e la loro stessa natura: tutti finiscono con “El”, che significa “Dio”.

La Sacra Scrittura attribuisce poi a ciascun Arcangelo una missione particolare.

Michele è il guerriero che combatte contro Satana e i suoi emissari (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), il difensore di coloro che amano Dio (Dn 10, 13.21), il protettore del popolo di Dio (Dn 12, 1).

Gabriele è uno degli spiriti più vicini a Dio, davanti al suo Trono celeste (Lc 1, 19), colui che ha rivelato a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunciato a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38).

Raffaele sta davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e protegge Tobia nel suo viaggio periglioso e guarisce suo padre dalla cecità e la sua futura sposa dall’influsso del maligno.

In generale, dunque, il compito dei tre Arcangeli, oltre alla contemplazione di Dio, è comunicare all’uomo in modi diversi la sua volontà, essere ispirazione per gli esseri umani, catalizzatori della Grazia divina per loro.
San MicheleArcangelo Michele

San Michele compare nelle Sacre Scritture, in particolare nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo San Giuda Taddeo e nell’Apocalisse.

Il suo nome deriva dall’ebraico Mi-ka-El che significa “chi è come Dio?”

L’iconografia popolare lo rappresenta come un guerriero in armatura che brandisce una spada, o intento a trafiggere con una lancia un drago, che simboleggia il Demonio. Infatti è questo il ruolo rivestito da Michele, quello del combattente in lotta contro gli angeli ribelli capeggiati da Lucifero. Fu lui a guidare le schiere celesti nella guerra che portò alla cacciata dal Paradiso degli angeli ribelli, e da allora egli continua a ergersi come difensore di Dio contro il Maligno e i suoi inganni. Teatro di questa nuova battaglia non è più il cielo, interdetto a Satana, ma le anime di noi uomini, costantemente prese di mira dalle lusinghe del Male, istigate in ogni momento alla ribellione contro Dio. Il Diavolo tenta di convincere gli uomini che Dio è un tiranno, che limita la loro libertà e la loro piena realizzazione nella creazione. L’Arcangelo Michele è mandato dal cielo a proteggere gli uomini e a guidarli, a insegnare loro a distinguere il bene dal male, la verità dalla menzogna.

Nell’Apocalisse, che lui stesso avrebbe rivelato a Giovanni, è descritto come un essere maestoso investito del compito di esaminare le anime destinate al Giudizio finale.

Giudice di anime, dunque, e protettore, difensore della Chiesa, e del popolo di Dio.Non a caso Castel S. Angelo, la fortezza in cui si rifugiava il Papa in caso di pericolo, è vegliata dalla sua statua, e viaggiatori e pellegrini invocavano il suo nome e la sua protezione contro le insidie del viaggio.

Alcuni studi hanno voluto vedere nell’Arcangelo Michele l’influenza di antichi miti legati alla figura leggendaria di un dio-eroe uccisore di mostri, come il dio babilonese Marduk, o di divinità pagane impegnate a fare da mediatori tra il cielo e la terra, come il dio greco Hermes. La stessa festa dedicata all’Arcangelo, il 29 settembre, cadrebbe in questo giorno come eredità delle celebrazioni dell’Equinozio d’Autunno, festa consacrata a Mitra, divinità legata al Sole presso i persiani e poi i romani.

Il suo culto, nell’ambito della chiesa cattolica, nasce in Oriente, ma si diffonde rapidamente in tutta Europa, soprattutto in seguito alla sua apparizione sul Gargano, in Puglia, quando l’Arcangelo apparve a San Lorenzo Maiorano in una grotta che divenne per secoli mèta di pellegrinaggio per papi, sovrani, futuri santi. Nei pressi della grotta sorse poi la Basilica Santuario, ancora oggi uno dei luoghi di culto più importanti e magnifici tra quelli dedicati all’Arcangelo Michele.

Nel 2013 Papa Francesco ha consacrato lo Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo, riconoscendo ancora una volta il suo ruolo di difensore della Fede e della Chiesa.

L’Arcangelo Michele, il ‘guerriero celeste’, è protettore degli spadaccini, dei maestri d’armi. Le sue capacità come giudice di anime lo hanno reso anche patrono di tutti i mestieri che prevedono l’uso di una bilancia, come i commercianti, i farmacisti, i pasticcieri. È anche patrono della Polizia.
San GabrieleArcangelo Gabriele

Anche l’Arcangelo Gabriele, come Michele e Raffaele, viene festeggiato il 29 settembre.

Il suo nome deriva dall’ebraico e significa “Potenza di Dio” o “Dio è forte”.

Nella tradizione biblica era considerato uno degli angeli più vicini al trono di Dio, al punto da essere definito “la mano sinistra di Dio”.


Nella tradizione cristiana, Gabriele è ricordato soprattutto il suo ruolo di messaggero.Nella Bibbia viene presentato anche come angelo della morte, mentre per gli islamici è uno dei capi Messaggeri di Dio e l’angelo che rivelò il Corano a Maometto.

Rivelò a Zaccaria la futura nascita di Giovanni Battista, apparve in sogno a Giuseppe per farlo desistere dal ripudiare Maria, in quanto la sua gravidanza era opera dello Spirito Santo, e, naturalmente, fu latore dell’annuncio a Maria stessa del suo miracoloso concepimento e della nascita di Gesù. In questo caso più che in ogni altro si consacra nel suo essere messaggero di Dio. Fu Gabriele ad apparire a Maria e a comunicarle che Dio l’aveva scelta come madre per il Suo unico Figlio. Nessuna imposizione, nessun obbligo. Solo una richiesta, rivolta da uno tra i più potenti tra gli angeli a una semplice e umile fanciulla. Il ruolo di Gabriele è dunque fondamentale. Egli porta il messaggio di Dio agli uomini, rendendolo comprensibile per loro, aiutandoli a porsi in ascolto con cuore puro e ad accettare la volontà dell’Onnipotente.

Alcune interpretazioni hanno voluto vedere in lui l’angelo che soffierà il corno annunciando il Giorno del Giudizio, secondo l’Apocalisse di Giovanni.

Gabriele è considerato il protettore di chi lavora nelle comunicazioni, dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai e dei corrieri.

L’iconografia cristiana lo raffigura come un giovane efebo alato, che spesso porta tra le mani un giglio, simbolo dell’Annunciazione a Maria.
San RaffaeleArcangelo Raffaele

Raffale è l’arcangelo la cui missione è quella di portare la guarigione. Infatti il suo nome deriva dall’ebraico e significa “Medicina di Dio”.

Nella Bibbia è tra gli angeli più vicini al trono di Dio, che lo sceglie come guida di Tobia nel suo viaggio per riscuotere il credito lasciato da suo padre. Nel corso del viaggio Raffaele, in forma umana, trova una sposa adeguata per Tobia e fa riacquistare la vista al padre del ragazzo.

Raffaele è considerato il patrono dell’amore coniugale, dei giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti, profughi. Sebbene non venga citato nel Corano, per gli islamici è l’angelo incaricato di suonare il corno che segnalerà l’inizio del Giorno del Giudizio (secondo altre tradizioni questo compito spetterebbe a Gabriele).

Raffigurato spesso con un vaso di contenente medicamenti e del pesce, è patrono dei farmacisti, dei viandanti, dei profughi.

Il suo ruolo di guaritore, di “medicina di Dio” va sempre interpretato come la volontà di guarire l’anima, di alleviarla dalle sue sofferenze per renderla ben disposta ad accogliere Dio. Restituendo la vista al padre di Tobia Raffaele apre i suoi occhi alla Verità dell’Onnipotente, così come, scacciando i demoni che perseguitano la fanciulla a lui promessa, rende possibile il loro matrimonio e il loro amore. Per questo è considerato anche protettore dei fidanzati e dell’amore coniugale. Due guarigioni simboliche e significative, dunque. Il potere dell’Arcangelo Raffaele guarisce la cecità, come la fede e l’amore che ogni giorno i sacerdoti ci mostrano e ci comunicano apre i nostri occhi a Dio. Ugualmente, l’intervento divino, attraverso il suo emissario, dissipa le nubi tra uomo e donna, li rende puri e adeguati per unirsi, nel nome dell’amore benedetto da Dio e dalla Chiesa.

Attraverso San Raffaele il potere risanatore e purificatore dell’amore di Dio discende su di noi, rendendoci più degni, più vicini a Dio.

Commenti

Post più popolari

Dieci regole da seguire quando si prega

Quando Gesù si ritirava in luoghi solitari per pregare, i discepoli desideravano comprendere cosa facesse, imparare da lui senza disturbarlo, senza turbare la Sua solitudine. Imparare una preghiera è facile. Si tratta di memorizzare una formula, un modo di recitarla, delle regole da adottare quando la si pronuncia. Ma questo non è che l’esteriorità, e molto spesso l’esteriorità, se fine a se stessa, è inutile. Così come è inutile, o addirittura controproducente pregare per dovere o per paura, temendo eventuali rappresaglie da parte del nostro sacerdote di riferimento o, ancora peggio, da parte di Dio stesso. La preghiera ha una sua poetica, una bellezza tutta sua, e solo comprendendole si può cominciare a pregare nel modo corretto, rivolgendoci a Dio in modo da essere ascoltati e da trovare in questo momento un’esperienza che ci arricchisca e ci permetta di affrontare ogni giorno nel modo giusto. La preghiera nasce dalla vita, si amalgama con essa, trae spunto e ne fa parte.

Come iniziare un rapporto personale con Dio...

Conoscere Dio personalmente Cosa ci porta a iniziare un’amicizia con Dio?  Aspettate l’abbattersi del fulmine? Vi dedicate a generose azioni religiose? Volete diventare persone migliori per essere accettati da Dio? NIENTE di tutto ciò. Nella Bibbia Dio ci dice chiaramente cosa possiamo fare per conoscerlo. I seguenti princìpi vi mostreranno come poter iniziare un’amicizia con Dio, proprio ora… Primo princìpio: Dio vi ama, e vi offre un meraviglioso piano di vita. Dio vi ha creati. Ma non solo: vi ama a tal punto da volervi vicino a Lui per l’eternità. Gesù ha detto, “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” (Giovanni 3:16). Gesù è venuto perché ognuno di noi possa conoscere Dio in un modo personale. Solo Gesù può portare un significato e uno scopo nella nostra vita. Cosa ci impedisce di conoscere Dio?… Secondo princìpio: siamo tutti peccatori e separati da Dio. Per que

Il Sacramento dell'Ordine Sacro: sconosciuto a tanti fedeli

Il sacramento dell'Ordine Sacro È il Sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi. Ordine indica un corpo ecclesiale, di cui si entra a far parte mediante una speciale consacrazione ( Ordinazione ), che, per un particolare dono dello Spirito Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l'autorità di Cristo a servizio del Popolo di Dio. Nell'Antica Alleanza sono prefigurazioni di tale Sacramento il servizio dei Leviti, come pure il sacerdozio di Aronne e l'istituzione dei settanta « Anziani » ( Nm 11,25 ). Tali prefigurazioni trovano il loro compimento in Cristo Gesù, il quale, col sacrificio della sua Croce, è l' « unico [...] mediatore tra Dio e gli uomini » ( 1 Tm 2,5 ), il « sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedech » ( Eb 5,10 ). L'unico sacerdozio di Cristo è reso presente dal sacerdozio ministeriale. « Solo Cristo è i

Il Sesto Comandamento

"Non commettere adulterio". (Es 20,14; Dt 5,18)). "Questo comandamento, ci chiede di rispettare il nostro corpo e ci invita a percorrere una strada che a volte è impervia e faticosa come un sentiero di montagna, porta a realizzare nella nostra vita la purezza: è una conquista molto impegnativa ma possibile. (Mt 5,27-28). Non commettere atti impuri Se l'uomo offende Dio col peccato, lo fa, per lo più, attratto dal piacere. La difficoltà di regolare l'istinto del piacere è grande, specialmente nei riguardi del piacere procurato dalle sensazioni gustative e dalle percezioni tattili, e tra queste, la mancanza più grave è il vizio della lussuria. La lussuria è la forma più semplice per esprimere il proprio egoismo, questa è una tentazione che dura quanto la vita stessa. È la ricerca ingorda e disordinata del piacere corporale, è uno dei sette vizi capitali ed è la causa di tutti gli atti impuri condannati dal Signore, cominciando dall'

Il quarto Comandamento

"Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo". (Es 20,12) L'Apostolo insegna: Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. "Onora tuo padre e tua madre": è questo il primo comandamento associato a una promessa: "perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra" (Ef 6,1-3). Onora il padre e la madre Onorare il padre e la madre apre la seconda tavola della legge, quella che racchiude i comandamenti orientati alla carità verso il prossimo. Dio ci comanda l'amore verso chi ci ha generato, verso i genitori, mettendo quindi loro al primo posto nella lista dell'amore al prossimo, perché loro sono il prossimo più prossimo a noi. Sarebbe un'illusione voler bene alle persone lontane, dimenticandoci di quelle vicine. Come è possibile dividere il proprio pane con l'affamato, ospitare il misero senza ricovero, vedere un ignudo e vestirlo se poi il prop

Dio : Chi è Dio? Qual’ è il suo aspetto?

Chi è Dio… Possiamo conoscerlo. Noi possiamo conoscere Dio, che ha dato origine all’universo in tutta la sua grandezza e alle meraviglie della sua creazione. Egli ci parla di se stesso, ma va anche oltre sé stesso. Ci accoglie in una relazione con Lui, cosicché possiamo conoscerlo personalmente, intimamente, anziché accontentarci di avere solo una mera conoscenza “di” Lui. «Non si vanti il saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco delle sue ricchezze. Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla terra; di queste cose mi compiaccio». Parola del Signore. (Geremia 9, 22-24) Chi è Dio… Possiamo accostarci a Lui. Dio ci invita a parlare con Lui e a farlo partecipare della nostra vita.Per farlo non occorre prima essere prima preparati, né occorre essere particolarmente istruiti o corretti teologicamente opp

Pensieri dei Santi : SANTITÀ DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA

L’uomo e la donna, che per il patto di amore coniugale «non sono più due, ma una sola carne» (Mt 19, 6), prestandosi un mutuo aiuto e servizio con l’intima unione delle persone e delle attività, esperimentano il senso della propria unità e sempre più pienamente la raggiungono. Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità. Cristo Signore ha effuso l’abbondanza delle sue benedizioni su questo amore multiforme, sgorgato dalla fonte della divina carità e strutturato sul modello della sua unione con la Chiesa. Infatti, come un tempo Dio venne incontro al suo popolo con un patto di amore e fedeltà, così ora il salvatore degli uomini e sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Inoltre rimane con loro perché, come egli stesso ha amato la Chiesa e si è dato per essa, così anche i coniugi possano amarsi l’un l’

Pensieri dei Santi : " MOSTRIAMO A TUTTI IL NOSTRO AMORE PER DIO"

Riconosci l’origine della tua esistenza, del respiro, dell’intelligenza, della sapienza e, ciò che più conta, della conoscenza di Dio, della speranza del regno dei cieli, dell’onore che condividi con gli angeli, della contemplazione della gloria, ora certo come in uno specchio e in maniera confusa, ma a suo tempo in modo più pieno e più puro. Riconosci, inoltre, che sei divenuto figlio di Dio, coerede di Cristo e, per usare un’immagine ardita, sei lo stesso Dio! Donde e da chi vengono a te tante e tali prerogative? Se poi vogliamo parlare di doni più umili e comuni, chi ti permette di vedere la bellezza del cielo, il corso del sole, i cicli della luce, le miriadi di stelle e quell’armonia e ordine che sempre si rinnovano meravigliosamente nel cosmo, rendendo festoso il creato come il suono di una cetra? Chi ti concede la pioggia, la fertilità dei campi, il cibo, la gioia dell’arte, il luogo della tua dimora, le leggi, lo stato e, aggiungiamo, la vita di ogni giorno, l’amici

PENSIERI DEI SANTI : La devozione è possibile in ogni vocazione e professione

Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammis

Il Demonio

L'eclissi del senso cristiano della vita, procede di pari passo con il tramonto di quella ragione che con la fede innalzava lo spirito umano verso la contemplazione della verità. La Chiesa, di fronte a un neo paganesimo che avanza, è rimasta la sola a contrastare il ritorno di passioni irrazionali e del pensiero ateo che nega l'esistenza di Dio per relegare l'uomo nell'esistere per un determinato tempo per poi disperdersi nel nulla. Il demone mostro spietato Gli uomini, in questo tempo, affermano di non credere all'esistenza di Satana ma poi, senza saperlo, cadono nelle sue spire, ne divengono seguaci e diffondono il suo Spirito Malefico in tutti i settori della vita umana. Non si conosce come agisce, altrimenti staremmo più attenti nell'operare e più vigili nel pensare perché lui, che è molto abile, è capace di far comprendere il male come un bene necessario. Satana, il Ribelle, il Corruttore, il Maledetto, con la sua lingua serpentina, è