I Vangeli sono scarni di informazioni che possono aiutarci a inquadrare in maniera precisa la vicenda della vita di Giuseppe. Ma l'assenza di informazioni non è scarso interesse per lui bensì la messa a fuoco di ciò che conta. Ognuno di noi viene al mondo con uno scopo, con una vocazione. Scoprire questo scopo e questa vocazione è ciò che trasforma la nostra vita da sopravvivenza a vita piena. Al contrario, proprio l'assenza di uno scopo o di una consapevolezza della propria vocazione ci colma la vita di molte cose che servono a riempire il vuoto che proviamo e che, in fondo, non ci fa essere felici. Importa quindi poco sapere che laurea hai, come si chiama la tua squadra di calcio, se frequenti quel gruppo, se preferisci il blu al rosso, se bevi la birra o il vino, se ti piace il calcio o la musica.
Tutte queste cose sono come un immenso contorno di ciò che dovrebbe essere il centro della nostra vita: la nostra vocazione. I Vangeli ci raccontano di Giuseppe a partire dalla sua vocazione. Tutto il resto è taciuto perché ciò che conta ci viene raccontato. La vocazione di Giuseppe è amare Maria e fare da padre a Gesù. Nel rimanere aggrappato a questo essenziale egli può vivere e affrontare tutto. Quando, invece, non hai chiaro questo essenziale, allora la vita è sempre un intralcio anche quando gira per il verso giusto. Il segreto di Giuseppe è tutto nella fedeltà alla sua vocazione. A chi altro allora possiamo rivolgerci per chiedergli luce sul discernimento della nostra?
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