La fede consentì a Maria di affacciarsi senza timore sull'abisso inesplorato del disegno salvifico di Dio: non era facile credere che Dio potesse « farsi carne » e venire ad « abitare in mezzo a noi » (cf. Gv 1, 14), che Egli cioè volesse nascondersi nell'insignificanza del nostro quotidiano, vestendosi della nostra umana fragilità, soggetta a tanti e così umilianti condizionamenti. Maria osò credere a questo progetto « impossibile », si fidò dell'Onnipotente e divenne la principale cooperatrice di quella mirabile iniziativa divina, che ha riaperto la nostra storia alla speranza. Anche il cristiano è chiamato ad un simile atteggiamento di fede, che lo porta a guardare coraggiosamente « al di là » delle possibilità e dei limiti dell'evento puramente umano.
Egli sa di poter contare su Dio, il quale, per affermare la propria sovrana libertà nei confronti dei condizionamenti umani, non di rado scegli ciò che nel mondo è debole e disprezzato per confondere i sapienti ed i forti, « perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio » (1 Cor 1, 29).
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