Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel Vangelo secondo Luca si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era Ponzio Pilato e che era responsabile della raccolta dei tributi. I vangeli sinottici raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è...
L’Eterno Padre, con liberalissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, ha creato l’universo, ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina e, quando essi caddero, in Adamo, non li ha abbandonati, ma ha sempre provveduto loro l’aiuto necessario per la salvezza in considerazione di Cristo redentore, «il quale è l’immagine dell’invisibile Dio, generato prima di ogni creatura» (Col 1, 15). Tutti gli eletti il Padre fino dall’eternità «li ha conosciuti nella sua prescienza e li ha predestinati a essere conformi alla immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito di una moltitudine di fratelli» (Rm 8, 29). I credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa, la quale, già prefigurata sin dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo di Israele e nell’antica alleanza e stabilita «negli ultimi tempi», è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, come si legge nei santi padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, «dal giusto Abele fino all’ultimo eletto», saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.
Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo sono ordinati in vari modi al popolo di Dio e fra questi in modo speciale il popolo al quale furono concesse le alleanze e le promesse e dal quale Cristo è nato secondo la carne (cfr. Rm 9, 4-5). Questo popolo è carissimo a Dio per la scelta che ne ha fatto e per i suoi patriarchi e profeti. E poi Dio non si pente di averlo scelto e colmato di favori (cfr. Rm 11, 28-29). Ma il disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i Musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale. Il Signore è anche vicino a quanti cercano il Dio ignoto nelle ombre e nelle immagini, poiché egli dà a tutti vita e respiro e ogni cosa (cfr. At 17, 25-28), e, come salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvi (cfr. 1 Tm 2, 4). Infatti, quelli che senza colpa ignorano il vangelo di Cristo e la sua Chiesa, cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà divina, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna. Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che, senza averne colpa, non sono ancora arrivati a una conoscenza esplicita di Dio, e si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione al Vangelo, e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita.
Dalla Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa
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